Come agiscono gli analgesici oppioidi nella cura delle sindromi dolorose

analgesici oppioidi

Quali sono gli effetti degli analgesici oppioidi e quando vengono utilizzati per il dolore

Il dolore fisico è una sensazione comune a tutti gli esseri umani, e rappresenta uno stimolo in grado di fornire al corpo diverse informazioni riguardo lo stato di salute dell’organismo e la presenza di eventuali pericoli esterni.

Uno stato infiammatorio genera un segnale di dolore che permette al nostro cervello di elaborare che, in una data zona anatomica, è presente una condizione patologica o un disturbo.

Allo stesso modo, quando avviciniamo la mano al fuoco o sbattiamo una gamba su un oggetto duro, queste azioni generano un segnale di dolore che suggerisce al cervello di evitare di ripetere tale azione.

Tuttavia, il dolore può presentare caratteristiche estremamente differenti a seconda della causa scatenante, della durata e della sua intensità ed essere estremamente limitante, soprattutto quando è presente per molto tempo.

Vediamo, allora, da cosa dipende l'insorgenza del dolore e come gli analgesici oppioidi sono in grado di trattare questo sintomo.

Natura delle sindromi dolorose e caratteristiche del dolore

Prima di addentrarci nel discorso legato ai farmaci analgesici oppioidi e sul loro funzionamento, è doveroso descrivere tutte quelle che sono le caratteristiche legate alla sensazione che il corpo umano avverte in caso di dolore.

Abbiamo già accennato al fatto che ciò che viene percepito come dolore non è altro che un segnale inviato al cervello per elaborare ed identificare un problema relativo al corpo, sia esso di natura traumatica, patologica o sensitiva.

Per quanto questa affermazione sia corretta, si tratta di una semplificazione di un discorso ben più ampio, che include diverse caratteristiche legate a questa sensazione. Prima di tutto, è possibile distinguere due vie del dolore ben diverse: quella neuropatica e quella nocicettiva.

Riguardo quest'ultima, i nocicettori non sono altro che terminazioni nervose libere distribuite in quasi tutte le parti del corpo che hanno il compito di inviare un segnale al cervello in risposta a stimoli fisici, chimici, meccanici o termici che superano quella che viene definita “soglia del dolore”.

La soglia del dolore non è altro che una linea immaginaria diversa da persona a persona oltre la quale un determinato stimolo viene percepito come pericoloso.

Per quanto riguarda invece il dolore neuropatico, questo deriva da un danno a carico dei nervi del sistema nervoso periferico o dei nervi che formano il sistema nervoso centrale.

Oltre alla differenza tra queste principali nature di uno stimolo doloroso, è necessario sottolineare anche un'altra distinzione, che riguarda la durata di un determinato stimolo, ovvero la differenza tra dolore acuto e cronico.

Il dolore acuto tende ad insorgere all'improvviso con intensità estremamente variabile e può portare a limitazione funzionale temporanea e altri disagi, ma tende a scomparire nel momento in cui la causa scatenante viene risolta. In genere, questo tipo di dolore è causato da:

  • Patologie sistemiche
  • Traumi
  • Lesioni
  • Intervento chirurgico
  • Infortuni
 

Il dolore cronico invece, tende a durare diversi mesi o addirittura anni, può essere costante nel tempo o insorgere in maniera intermittente, passando da stati di remissione a riacutizzazioni. Questo è causato da:

  • Patologie sistemiche
  • Infezione
  • Artrite
  • Degenerazioni delle strutture scheletriche
  • Danni ai nervi
 

Inoltre, una delle conseguenze peggiori del dolore cronico è la sua incidenza sulla salute psicologica della persona. Uno stato di sofferenza protratto tende a generare ansia e stress a livello psicologico, oltre a portare ad una limitazione funzionale prolungata che peggiora in maniera significativa la vita di chi ne soffre.

Come vengono impiegati gli analgesici oppioidi nella cura del dolore

Dal momento che le sindromi dolorose, specie se croniche, sono tra le condizioni più invalidanti e complesse con cui convivere, prima di stabilire un piano terapeutico che sia efficace è necessario agire attraverso un approccio dedicato come quello di Medicina del Dolore.

Il primo passo consiste sempre nella raccolta dell'anamnesi del paziente, valutando patologie accertate, comparsa e caratteristiche dei sintomi presenti e intensità del dolore. A questo punto, si procede con esami strumentali e di laboratorio, al fine di ottenere quante più informazioni possibili sull'anatomia, la morfologia e lo stato di salute del paziente.

Dopo aver raccolto questi dati si passa alla visita effettuata da medici specializzati in diversi campi della medicina e con grande esperienza nella terapia del dolore. Tutto ciò è necessario per stabilire una diagnosi certa rispetto alla causa scatenante della sindrome dolorosa e per mettere in atto una strategia terapeutica specifica per ogni paziente, con l'obiettivo di migliorare la qualità della sua vita.

Per quanto riguarda il dolore, specialmente quello cronico, molto spesso il trattamento viene effettuato attraverso la terapia farmacologica che prevede l'uso di analgesici oppioidi estremamente efficaci nel controllo degli stati dolorosi.

All'interno dell'organismo umano sono presenti delle molecole, tra cui le più conosciute sono sicuramente le endorfine, che vengono chiamate oppioidi endogeni proprio perché prodotte da processi metabolici del corpo umano.

Queste molecole agiscono interfacciandosi con alcuni recettori specifici, che vengono utilizzati dagli analgesici oppioidi per determinare l'effetto antidolorifico.

Gli oppioidi sintetici o esogeni, infatti, si legano alle stesse tipologie recettoriali di quelli endogeni, potenziando anche l'effetto di questi ultimi e determinando un’inibizione nella trasmissione dello stimolo doloroso attraverso tre meccanismi ben distinti:

  • Riducono la capacità percettiva dei nocicettori, aumentando quella linea immaginaria conosciuta come soglia del dolore;
  • Sono in grado di ridurre il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili della trasmissione del dolore a livello delle radici spinali nel midollo;
  • Impediscono la trasmissione dello stimolo doloroso alla corteccia sensoriale a livello del cervello.
 

Tutti questi meccanismi portano diversi vantaggi, tra cui un sollievo efficace dal dolore e la possibilità di gestire sindromi dolorose croniche a lungo termine, che si traduce con un recupero funzionale del corpo e un miglioramento generale della qualità della vita.

I farmaci analgesici oppioidi sono particolarmente indicati quando il dolore è da moderato a grave e sono raccomandati nei casi di dolore cronico.

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